Pensione di reversibilità: come ottenerla?

Che cos’è la pensione di reversibilità

Che cos’è l’indennità una tantum?
Chi ne ha diritto?

Quali altri requisiti devono sussistere?
Come richiedere l’indennità una tantum?
Pensione di reversibilità: chi sono i soggetti aventi diritto?

A quanto ammonta la pensione di reversibilità?
Come si ottiene la prestazione?

La pensione di reversibilità è una prestazione economica prevista dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale – INPS, che può spettare ad alcuni parenti di lavoratori dipendenti e autonomi o pensionati che sono deceduti, ovviamente se posseggono i requisiti di legge. È stata introdotta come beneficio economico per la prima volta nel 1939 per tutelare le donne che non avevano una pensione propria al decesso del marito e che restavano senza un reddito minimo. Il Regio Decreto è la L. 636/1939.

La legge riconosce due tipi di pensioni: pensione diretta e pensione indiretta l’indennità una tantum.

La pensione diretta si ha quando il soggetto deceduto era percettore di una pensione di vecchiaia. La pensione indiretta, invece, si ha quando il soggetto deceduto non aveva percepito alcuna pensione ancora perché non aveva maturato gli anni di contribuzione. In questo caso la persona deceduta aveva maturato 15 anni di assicurazione e di contribuzione oppure 5 anni di assicurazione. La persona superstite, dell’assicurato deceduto, se sussistono determinati requisiti di legge, è tenuta a percepire la pensione di reversibilità. A tal proposito la legge a cui far riferimento è la circolare 185/2015
L’indennità una tantum si verifica quando il deceduto non ha perfezionato i requisiti di assicurazione e di contribuzione previsti.

Che cos’è l’indennità una tantum?

Si tratta dell’indennità concessa al superstite del deceduto assicurato pur senza aver perfezionato i requisiti di assicurazione e di contribuzione previsti per la concessione della pensione ai superstiti. Ecco come viene definita dall’INPS: “Nel sistema contributivo, l’indennità è pari all’importo mensile dell’assegno sociale moltiplicato per il numero degli anni di contribuzione accreditati. Nel sistema retributivo l’indennità è liquidata in proporzione all’entità dei contributi versati, purché nel quinquennio precedente la data della morte, risulti versato almeno un anno di contributi.”

Chi ne ha diritto?

Il coniuge separato superstite, il coniuge con addebito per colpa, il coniuge divorziato se è titolare di un assegno di divorzio e non passato a nuove nozze. Anche i figli legittimi, legittimati, adottati, affiliati, riconosciuti o giudizialmente dichiarati che siano nelle seguenti condizioni:

  • Minorenni, inabili di qualsiasi età, studenti fino a 21 anni, universitari fino a 26 anni, figli nati postumi, ma esistenti prima di 30 giorni dalla data del decesso del genitore, figli coniugati che risultano a carico completo del deceduto al momento del decesso.

Quali altri requisiti devono sussistere?

L’indennità può essere riconosciuta e concessa al superstite se sussistono le seguenti condizioni:

  1. Non avere diritto alla pensione indiretta
  2. Non avere diritto alla pensione supplementare
  3. Non avere diritto alla concessione di rendite INAIL per infortunio sul lavoro.

Come richiedere l’indennità una tantum?

La domanda va presentata all’INPS telematicamente o di persona. In alternativa tramite il Patronato e intermediari autorizzati dall’Istituto.

Pensione di reversibilità: chi sono i soggetti aventi diritto?

I soggetti aventi diritto, così come riconosciuti dalla legge, sono i parenti più prossimi. Si parte dal coniuge purché sussistano le seguenti condizioni:

  1. Iscrizione all’Inps da parte del pensionato prima della separazione.
  2. Il coniuge separato con addebito, si verifica quando al coniuge deceduto, in fase di separazione, gli sia stata addebitata la colpa perché ritenuto l’autore delle condizioni per il divorzio. A questo punto avrà diritto alla pensione solo se è soggetto titolare di un assegno di mantenimento.

Il coniuge divorziato a meno che non si sia risposato e sia titolare di un assegno di divorzio.  Se il coniuge defunto si è risposato allora il Tribunale competente dovrà dividere il trattamento di reversibilità tra il coniuge divorziato e quello superstite.

Dal 2016 anche le coppie di fatto hanno diritto alla pensione di reversibilità dopo la morte del partner secondo la Legge Cirinnà n. 76 del 2016 che regolamenta le unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina le convivenze. L’Inps subito dopo questa legge ha subito sottolineato il diritto alla pensione di cui può godere il partner superstite. Addirittura, essendoci una pronuncia del Tribunale di Foggia del 2011, che ha riconosciuto ad un partner superstite di una coppia omosessuale il diritto al trattamento pensionistico da parte dell’INPS, la legge Cirinnà è anche retroattiva.

I figli riconosciuti o non riconosciuti, ma ai quali veniva dato assegno di mantenimento e alimenti, i figli adottivi ed affiliati possono beneficiare, se sussistono dei requisiti, della pensione di reversibilità. I nipoti laddove mancano o non ne hanno diritto il coniuge e i figli o ancora i genitori, i fratelli celibi o le sorelle nubili se mancano anche i genitori.

A quanto ammonta la pensione di reversibilità?


L’importo non è fisso, ma viene stabilito ogni anno in base all’inflazione. Infatti, l’attuale Circolare INPS n. 147/2019  ha rivalutato l’indice provvisorio per il 2020 e chiaramente al coniuge restante spetta una percentuale stabilita. Secondo la Legge Dini L. 335/95 ai soggetti superstiti spetta:

  • Il 60% della pensione del coniuge defunto
  • L’80% della pensione con coniuge e un figlio
  • 100% della pensione con coniuge e due figli
  • Il 70% solo un figlio
  • L’80% solo due figli
  • Il totale tre o più figli
  • Il 15% pe un genitore
  • Il 30% due genitori

Il 15% per ogni altro familiare: nipote, fratello, sorella.

Come si ottiene la prestazione:
di quali documenti bisogna essere in possesso?

La pratica può essere presentata agli uffici centrali o periferici dell’Ente sia in modo diretto che in modo indiretto tramite Patronato. La domanda può essere prodotta online e richiede la seguente documentazione:

  • Certificato di morte
  • Certificato di matrimonio
  • Stato di famiglia al momento del decesso
  • Dichiarazione di non avvenuta separazione
  • Dichiarazione reddituale
  • Dichiarazione sul diritto della detrazione di imposta
  • Modalità di pagamento.

Per informazioni più dettagliate vi consigliamo di visitare la pagina dedicata sul portale dell’Inps.