La pratica della cremazione sta diventando una opzione sempre più utilizzata e richiesta dalle famiglie italiane.
Quali sono le motivazioni che spingono alla pratica della cremazione?
- Scelta etica
- Costi inferiori rispetto alla tumulazione
- Sovraffollamento dei cimiteri
- Maggiore apertura da parte della Chiesa
ll Signore vuole che tutti gli uomini si salvino (cfr. 1 Timoteo 2,4), ma non dà indicazioni specifiche su come seppellire i morti. I Cristiani credono che come Gesù è risorto anche loro risorgeranno nell’ultimo giorno: per questa ragione la Chiesa ha sempre preferito l’inumazione dei defunti, cioè la sepoltura nella terra quale segno di attesa della risurrezione finale. La pratica dell’inumazione rievoca il fatto che siamo stati tratti dalla terra alla quale ritorneremo: «Polvere tu sei e in polvere ritornerai!» (cfr Genesi 2,7; 3,19; Siracide 17,1).
Siamo, infatti, esseri fragili, destinati alla morte. Non porteremo con noi nulla di quanto abbiamo accumulato quaggiù tranne l’amore che avremo donato. La Scrittura ci ricorda però che come Gesù, sepolto nella terra, è risuscitato dai morti, così anche noi risusciteremo con lui. Cristo è il chicco di grano che, caduto in terra, muore e così produce molto frutto(cfr. Giovanni 12,24).
Non c’è mai stata però la proibizione di bruciare i corpi dei defunti, cioè di praticare la cremazione, fino a tempi recenti, nel 1886. Il divieto è stato codificato nel Codice di Diritto canonico del 1917.
Tra il ’700 e l’800, le logge massoniche anticlericali sostenevano l’uso della cremazione per negare la fede cristiana nella risurrezione dei morti. Nel 1963, però, la Congregazione del Santo Uffizio ha permesso anche ai cristiani la pratica della cremazione. Perciò nell’attuale Diritto canonico, promulgato nel 1983, si ribadisce che «la Chiesa raccomanda vivamente che si conservi la pia consuetudine di seppellire i corpi dei defunti», ma si sottolinea che essa «non proibisce la cremazione a meno che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana» (can. 1176).
Su questo tema sono intervenuti anche i vescovi italiani, che nel nuovo Rito delle esequie, obbligatorio dal 2 novembre 2012, prevedono una liturgia specifica per chi sceglie la cremazione. I vescovi, però, sono contrari allo spargimento delle ceneri e alla conservazione delle urne in casa o in un luogo diverso dal cimitero. Perché? La morte rischia di ridursi a un fatto privato, mentre lo spargimento delle ceneri richiama una religiosità new age, un semplice ritorno alla natura, identificata con Dio. La pratica della sepoltura, invece, ci richiama anche esteriormente al mistero della morte che tutti ci accomuna e sottolinea con forza la nostra fede nella risurrezione finale e nella comunione che ci lega con i nostri fratelli defunti.
Alla luce di tutti questi cambiamenti che si sono susseguiti nei secoli e, a cui siamo giunti, in materia di cremazione ho deciso di supportare le Onoranze funebri che si avvicinano alla pratica della cremazione attraverso un prontuario con cui potranno consigliare in modo efficace sulla scelta della pratica della cremazione e dell’urna cineraria di ceramica più adatta. Partecipo a diversi eventi fieristici di settore che mi hanno dato l’opportunità di fare la conoscenza di molte attività di Onoranze funebri. La mia flessibilità e versatilità mi spinge ad aprire con molta facilità rapporti con attività presenti sull’intero territorio nazionale.